Le principali skills più note nel mercato del lavoro si dividono in soft skills e hard skills rispettivamente competenze derivanti dalla singola personalità e quelle acquisite tecnicamente.

La forte espansione delle nuove tecnologie ha evidenziato l’importanza di saper cogliere le sfide in maniera preparata adattandosi in tempi brevi al cambiamento. Le grandi evoluzioni sono spesso frutto di necessità e raramente ci troviamo davanti a processi radicali di rivoluzione.
L’Italia prima della Pandemia non risultava affatto un Paese all’avanguardia bensì arretrato in molteplici settori. A partire da quello lavorativo, la parola smart working risultava del tutto sconosciuta e pochissime aziende, per lo più estere, prevedevano appunto tale possibilità. I processi di cambiamento, evoluzione e rivoluzione sono fondamentali, spesso però il timore dell’incertezza tende a immobilizzare le azioni rendendoci statici. Viene meno lo stimolo di migliorare un processo funzionale e ben definito, si tende ad intervenire laddove ci sia necessità, eppure pensate ai benefici derivanti da studi preliminari che possano, non solo identificare preventivamente il sorgere di problemi ma soprattutto garantire aggiornamenti continui e di sviluppo.
Per Darwin gli antenati delle giraffe avevano colli di diversa lunghezza tra di loro, quando la vegetazione cominciò a scarseggiare solamente chi aveva colli più lunghi riusciva a raggiungere le foglie degli alberi. La catena di riproduzione dunque è stata portata avanti da coloro di gran lunga favorite nel raggiungere i rami, caso contrario purtroppo per le giraffe con il collo corto che si sono estinte per mancanza di cibo.
A confronto abbiamo anche la teoria di Lamarck la quale ipotesi indica che le giraffe più intraprendenti, sforzandosi a raggiungere rami più alti, nel corso del tempo hanno allungato il proprio collo finendo così per tramandare ai loro simili il carattere ereditario.
Le due teorie pur differenti tra di loro hanno a fattor comune la lotta per la sopravvivenza, spinti dalla mancanza di alternative ci reinventiamo pur di sopravvivere.
La scienza insegna quanto sia stato fondamentale la relazione fra evoluzione e creazione per lo sviluppo dell’essere umano, apprendere nuove abilità è la chiave per sviluppare maggiori competenze.
L’esperienza gioca un ruolo fondamentale al fine di misurare la quantità di conoscenze che possediamo, il salto di qualità dipende invece dall’ingegnosità di ciascuno di noi.
Per affrontare nuove sfide le grandi aziende si sono dovute adeguare sempre più al cambiamento, basta pensare alla necessità di garantire continuità lavorativa in un periodo di totale emergenza globale. Molte di loro hanno scoperto quanto sia fondamentale avere una certa fidelizzazione interna dei propri dipendenti. Il fattore più comune per la crescita aziendale è quello di assumere persone sempre più qualificate per svolgere ruoli ben definiti, si è rivelato invece scelta vincente quella di guardare anche all’interno del proprio organico. Ecco che parliamo di “skilling” ovvero della formazione del proprio personale al fine di creare i cosiddetti nuovi lavoratori qualificati.
Talvolta esiste la possibilità di avere profili obsoleti che possano in qualche modo far abbassare le performance aziendali, da qui nasce la politica di “reskilling”. Investire sul migliorare l’approccio e aumentare le competenze ma soprattutto adottare elementi di brainstorming, si rivelano scelte che possano favorire il raggiungimento degli obiettivi.
Infine, con il termine “upskilling” si punta molto sull’identificazione delle risorse potenzialmente vincenti, occorre garantire loro la formazione adeguata per il cosiddetto salto di carriera.
